Spazziamo subito il campo da una suggestione che sta diventando una trappola e cioè che il cammino attuale del Milan di Allegri ricalchi perfettamente quello del Napoli di Conte della scorsa stagione (sconfitta al primo turno, uno col Verona l'altro con la Cremonese, mercato completato all'ultimo giorno uno con Lukaku, l'altro con Rabiot, entrambi eliminati in coppa Italia dalla Lazio agli ottavi) con successivo epilogo tricolore. Quel risultato straordinario maturò grazie
al fatto che l'unico competitor, l'Inter di Inzaghi, fece tantissima strada sia in coppa Italia che in Champions pagandone alla fine un prezzo fatale. L'unico dato positivo del viaggio a Roma del Milan è il ritorno di Jashari dopo 101 giorni d'assenza che può essere considerato un acquisto oltre che alternativa convincente a Modric. Piuttosto è il caso di dare ascolto ad Allegri in fatto di gol. Invece di prendersela con Leao e soci, il tecnico ha puntato il dito sui centrocampisti. «Mancano i loro gol» ha spiegato e i numeri lo certificano. Fin qui un solo gol a testa firmato da Modric, Loftus Cheek, Fofana, Ricci: manca all'appello Rabiot, ultimo arrivato dopo 5 assenze.
L'intervento di Max è costruttivo e provvede a segnalare che c'è bisogno di un potenziamento dell'attuale rosa (appena 19 calciatori di movimento) e bastano un paio di assenti per mettere a nudo i limiti della panchina. Fonte accreditata fa sapere che l'azionista RedBird
non ha intenzione di impegnarsi in investimenti nel prossimo mercato di gennaio poiché le spese sopportate nel gennaio 2025 hanno avuto una ricaduta pesante sul bilancio. Padroni Cardinale e Furlani di chiudere le porte a qualche rinforzo indispensabile specie in difesa (eccetto il colombiano Juan Arizala, classe 2005, pagato due spiccioli). Piuttosto comincia a diventare un caso spinoso Gimenez. Il messicano lamenta ancora dolore alla caviglia e per questo il ritorno all'attività si allontana. Lui e il suo agente continuano a ripetere che non intendono cambiare aria a gennaio. Forse dovrebbero concentrarsi maggiormente sul ritorno in campo tradendo una fragilità psicologica del giocatore che non promette niente di buono.

