Quel "Villamagna" di Torre Zambra, così nuovo e così antico

Scritto il 20/10/2025
da Giannino della Frattina

Nel bicchiere oggi versiamo il seducente ossimoro di Torre Zambra, una 64enne che vince la «Cantina emergente dell'anno» nella guida Vini d'Italia 2026 del Gambero Rosso. Un mistero che si scioglie leggendo la biografia che affonda le radici nella storia, ma a Villamagna (Chieti) rinasce grazie all'estro e soprattutto alla cultura imprenditoriale oltre che enologica di Federico De Cerchio (nella foto). Quarta generazione della famiglia abruzzese le cui vicende biografiche si incrociano con quelle del Paese e ricordano quelle di tante famiglie italiane.

Ma siccome la storica cantina abruzzese ha conquistato anche i Tre bicchieri con il «Villamagna» doc riserva 2022, un Montepulciano ottenuto nei vigneti vocati d'Abruzzo con vista sul mare, l'occasione è ghiotta per sedere alla tavola di «Levino», un conterraneo che porta a Milano un'insolita cucina abruzzese di mare che sta già facendo parecchio parlare di sé tra chi (come Ariedo Braida) vuol mangiare bene e spendere il giusto. Un viaggio dalla Costa dei Trabocchi fino ai pochi tavoli in via Custodi 4, accuditi con grande cura da un'altra storia familiare: quella degli eredi di Filippo De Sanctis, padre di Levino e nonno Andrea che a San Vito Chietino mise ottimi ingredienti e solide radici. Irrinunciabili i crudi e soprattutto il piatto dedicato al capostipite, i «Tacconcini alla Filippo»: maltagliati in zuppetta di pesce e polipetti in Purgatorio.

L'avvio con un sorprendente Trebbiano d'Abruzzo «Piana Marina»: poche bottiglie numerate a mano, frutto di un vigneto di oltre 40 anni sulle colline più alte del paese. Al naso frutta matura e spezie leggere, prima di passare a un Cerasuolo d'Abruzzo «Passo Sacro» che reinterpreta un classico della tradizione che Federico De Cerchio, con una punta d'orgoglio, definisce «un rosso da servire freddo». Vino che, se più conosciuto, scorrerebbe ben di più anche sulla tavole milanesi. Poi Montepulciano d'Abruzzo «Colle Maggio» per combinare fragranza e struttura: al naso fragola, prugna e un tocco di pepe nero.

Forte la tentazione di sperimentare le bottiglie, comunque sempre a giusta temperatura da «Levino», anche direttamente nel wine bar di Torre Zambra o nelle sei nuovissime camere di charme del Resort, dove a breve aprirà anche un ristorante.