L'altra sera, a Piazzapulita, un programma che ci dimentichiamo sempre di vedere, Silvia Salis, campionessa di una sinistra che vive nella contraddizione quotidiana, ha detto che «l'elettorato di destra è meno coerente rispetto a quello di sinistra», ma solo perché non se la sentiva di dire che è più stupido. E non sappiamo se sia peggio la spocchia o il razzismo etico. «All'elettore di sinistra se prometti il taglio delle accise ti aspetta sotto casa fino a quando non lo fai. È questa la differenza», ha detto. Con la differenza
che, però, non ci sembra che gli elettori di sinistra abbiamo aspettato sotto casa i loro leader quando dopo avere detto «Mai con il M5S!» poi ci si sono alleati; o quando, dopo aver varato il Jobs act, hanno sostenuto un referendum per abolirlo; o quando, dopo avere proposto la riforma della giustizia, l'hanno combattuta una volta che voleva farla la destra.
Comunque. Alla fine, anche Silvia Salis - una che un tempo era vicina a Forza Italia possiede una sua coerenza. Nel fare il contrario di quanto promesso. A Genova, fra trasporto pubblico, Imu,
Irpef e Tari, ha subito aumentato tasse e tariffe. Del resto, va in piazza con quegli stessi portuali che nel suo salotto schifa. Il cognome Salis non si smentisce mai.
Però, dai, Silvia. Un po' hai ragione. La sinistra, per antica tradizione comunista, quando impone un candidato, sia esso un Professore o una atleta al tramonto, i suoi elettori lo votano fideisticamente. Pensa, hanno pure votato te.

