Goldman vota Meloni: "Italia meglio di Francia e Germania"

Scritto il 06/12/2025
da Camilla Conti

Crescita superiore e governo più longevo della storia. E in manovra spunta l’aumento Tobin Tax

«Negli ultimi cinque anni la crescita italiana ha superato quella di Germania e Francia, pur mantenendo la disciplina fiscale. La spesa pubblica in percentuale del Pil è diminuita in modo strutturale da quando l’Italia è entrata nell’euro e il rapporto debito/Pil sarebbe già sceso nel 2025 se non fosse per l’eredità dei crediti d’imposta per l’edilizia. Nel frattempo, il quadro politico è rimasto stabile: il governo della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni è sulla buona strada per diventare il più longevo nella storia repubblicana, e i sondaggi indicano un consenso stabile per la coalizione di governo in vista delle elezioni del 2027». Inizia così il lungo report diffuso ieri ai suoi clienti da Goldman Sachs con un titolo eloquente: “Italia: trasformando la recente resilienza in forza strutturale”.
La promozione vale il doppio: non solo in quanto arriva da un colosso assai ascoltato a Wall Street e dagli investitori di tutto il mondo, ma anche perché a firmare il report è l’economista Filippo Taddei, dal 2023 managing director della banca d’affari Usa. Dieci anni prima, ovvero nel 2013, Taddei era stato però scelto come responsabile dell’economia del Pd dall’allora segretario Matteo Renzi, incarico confermato l’anno successivo con l’aggiunta della delega al lavoro, diventando poi uno dei principali artefici del Jobs Act.
Oggi la sua analisi per Goldman sull’Italia ne evidenzia la resilienza: «Gli investimenti, anche grazie agli incentivi fiscali e al sostegno del Recovery Fund europeo, sono stati più resilienti rispetto al resto d’Europa. In rapporto al Pil, gli investimenti non residenziali in Italia sono superiori alla media dell’Eurozona e degli Stati Uniti. Il mercato del lavoro continua a migliorare e il tasso di occupazione ha raggiunto il livello più alto mai registrato».
Certo, nel report Taddei sottolinea che «la produttività per lavoratore è inferiore rispetto a vent’anni fa, gli italiani lavorano più ore e sono più anziani sul posto di lavoro rispetto ai loro omologhi europei». Poi suggerisce tre cambiamenti di policy: destinare il limitato spazio fiscale a investimenti che aumentano la produttività e riallocare la spesa pubblica verso l’istruzione, affrontando il grande deficit di capitale umano. Infine, «sebbene il governo abbia aumentato l’attenzione sulla riforma della giustizia, i tempi delle decisioni nei procedimenti civili e commerciali restano molto più alti rispetto ad altri sistemi europei». Nel frattempo, procede il cantiere sulla manovra: l’aumento della Tobin Tax dovrebbe entrare nel ddl Bilancio per riuscire a ridurre l’aumento del carico fiscale sulle cedole delle holding.
«Ci stiamo concentrando su alcune questioni, come le compensazioni. La norma prevede che i crediti di imposta non possono essere compensati con i contributi sia Inps sia Inail; ci si sta orientando a eliminarla», ha detto ieri Maurizio Leo, viceministro dell’Economia. «Altro tema su cui si sta ragionando è quello dei dividendi, l’esenzione deve valere non solo per l’Ires ma anche per l’Irap ora abbassiamo la soglia dal 10 al 5%».