Sono olimpiadi, sono le nostre, sono l'orgoglio di un intero Paese, sono l'acceleratore economico, lo spot che varca i confini ma questa volta dovranno essere molto di più: un mea culpa e una medicina. Per il male della guerra alle porte ignorato dai Giochi quattro anni fa a Pechino, Giochi invernali come i nostri. Male spazzato sotto il tappeto della diplomazia a cinque cerchi e di tutte le diplomazie, male da non vedere, da far finta di non capire e che oggi pulsa come ferite aperte che nessuna medaglia avrà la forza di lenire. Il presidente Mattarella, la premier Meloni, la numero uno dei Cio Coventry hanno l'onore e la responsabilità di rendere Milano Cortina 2026 una delle edizioni più importanti di sempre. Ci riusciranno solo se queste Olimpiadi avranno la forza di comunicare alle diplomazie qualcosa che vada oltre il messaggio di pace, qualcuno direbbe quel solito messaggio di pace. La magia dei Giochi diverte, distrae e può anestetizzare dai problemi veri, stavolta dovrà fare l'esatto contrario come alcol sulle ferite. Ci riuscirà solo se spingerà le diplomazie a rinnovare, o almeno a provarci convintamente, la tregua olimpica oltre l'ultima medaglia assegnata. Le parole del capo dello Stato vanno proprio in questa direzione. Vietato ripetere l'errore di 4 anni fa. Perché se nel 1936, prima e durante i Giochi di Berlino, i Paesi del mondo avevano fatto finta di non vedere e capire che cosa stesse accadendo in Germania, nel 2022 a Pechino, con Putin ospite di Xi JinPing, bilaterale con cerimonia di apertura dei Giochi, era il 4 febbraio, il mondo si è distratto ancora. Il 20 febbraio 2022 l'impeccabile show cinese si chiuse passando il testimone a Milano Cortina. Quattro giorni dopo i russi invasero l'Ucraina. Facciamo in modo che il 22 febbraio 2026, quando l'Italia dall'Arena di Verona saluterà questa edizione, ci sia molto più di un medagliere da contare.

