La Signora annega nel Lago. Per il Como roba da Paz...

Scritto il 20/10/2025
da Domenico Latagliata

Juve ko dopo 5 pareggi. I lariani l'agganciano a 12 punti e ne aprono la crisi. E mercoledì c'è il Real

Andando oltre quanto detto da Igor Tudor alla vigilia a proposito del Como («è una finta piccola»), si potrebbe cominciare a pensare che la Juventus sia una finta grande.

Al Sinigaglia gli uomini di Fabregas vincono 2-0, raggiungono i bianconeri in classifica a quota 12 e ne aprono la crisi. Inutile girarci intorno: dopo cinque pareggi di fila tra campionato e Champions, ieri è arrivata la prima sconfitta stagionale. Che brucia parecchio, perché conferma la difficoltà della Signora a diventare grande per davvero. Né basta l'assenza di Bremer a spiegare le difficoltà difensive, che c'erano anche prima del ko del brasiliano: subire una rete come quella che dopo pochi minuti ha portato il Como in vantaggio (schemino su calcio d'angolo, Kempf tutto solo sul secondo palo per battere Di Gregorio) non dovrebbe essere ammissibile per una squadra concentrata e mentalmente cattiva, indipendentemente dagli uomini in campo in quel momento.

Tutti dietro la lavagna, allora, a cominciare dal tecnico croato che non ha ancora trovato la formula giusta e che ieri ha anche schierato per la prima volta la difesa a quattro, con Kalulu e Cambiaso esterni: non ha funzionato, punto e basta. Quando poi tra gli avversari c'è anche un talento libero di testa e svelto di gambe come Nico Paz, la frittata può essere servita in qualunque momento: così, appena passata la mezz'ora della ripresa, il prodotto del Real Madrid guarda caso avversario della Juventus mercoledì, in un match di Champions da far tremare i polsi si è inventato un gol meraviglioso mettendo a sedere Cambiaso e facendo una volta di più strabuzzare gli occhi agli appassionati tutti e non solo ai tifosi del Como. I quali dal canto loro sognano a occhi aperti, trovando anche il tempo e il modo di protestare rimanendo in silenzio nel primo quarto d'ora del match - contro la decisione di fare disputare in Australia la gara contro il Milan del prossimo febbraio: analogo dissenso è avvenuto anche in Spagna (Villareal-Barcellona si disputerà a Miami, a dicembre) e, insomma, la deriva del calcio moderno può anche non piacere a tutti.

«Preoccupato? Lo sono sempre così Tudor, dopo il ko -, perché un allenatore deve pensare ogni momento a come e cosa si può migliorare». Tra i vari appunti sparsi, oltre alla difesa pasticciona di cui sopra: un centrocampo dove mancano qualità ed equilibrio e un attacco che, nonostante i (troppi) milioni spesi in estate, non punge quasi mai.