"È troppo presto per determinare" l'origine dei droni ed è "prematuro attribuire questo sorvolo a una minaccia esterna". Tolta la cautela del comandante Guillaume Le Rasle, portavoce della Prefettura Marittima dell'Atlantico, resta il fatto che 5 droni, giovedì sera, abbiano "bucato" i cieli del Vecchio Continente per entrare, stavolta, in quelli sopra la base francese di Île Longue, nella rada di Brest, in Bretagna. Non un sito qualunque, ma militare e off limits, considerato una sorta di santuario per la difesa nazionale (ed europea) che ospita i sottomarini lanciamissili balistici della deterrenza nucleare francese. I militari transalpini hanno sparato per abbatterli; con i fucilieri costretti a intervenire azionando diversi colpi. A terra, 120 gendarmi marittimi. E un'inchiesta affidata alla procura militare di Rennes immediatamente aperta. Poi, silenzio radio.
In una breve dichiarazione, la ministra delle Forze Armate, Catherine Vautrin, ha elogiato "l'intercettazione". Indagine in corso. E "sarà questa a determinare in ultima analisi la natura". Cautela massima, insomma. Anche nelle dichiarazioni. Ricordando però che "qualsiasi sorvolo di una base militare è vietato nel Paese", ha ribadito Vautrin, è emersa la scelta dei media di tenere bassa la notizia: ieri pressoché assente dai canali all news d'Oltralpe.
Nessuna rivendicazione, niente mandanti, si prende tempo, a pochi giorni dalla visita di Zelensky all'Eliseo. Il comandante Le Rasle ha solo sottolineato che i siti sono difesi "con rigore" e "senza mettere in pericolo i civili", vista la preoccupazione tra i residenti dell'area di Brest. Dopo Polonia, Romania, Danimarca e Belgio, è toccato dunque alla Francia di Macron subire violazioni del proprio spazio aereo: sul sito responsabile dal 1970 della manutenzione dei 4 sottomarini SSBN, almeno uno dei quali permanentemente in mare pronto ad agire in pochi secondi in caso di minaccia; e non lontano dalla penisola di Crozon, di cui fa parte l'Île-Longue, che nella notte tra il 17 e il 18 novembre aveva visto un drone bucare con eco ben inferiore sul piano strategico e dell'immagine.
All'episodio di Brest, segue inoltre quanto svelato ieri dalla polizia irlandese, che sta indagando a sua volta sull'avvistamento di droni non identificati nei propri cieli durante l'atterraggio a Dublino dell'aereo del presidente ucraino. Si collabora tra partner Ue senza azzardi e provando a non apparire vulnerabili. Secondo Alexandre Font, Nº1 dell'azienda Drone Result con sede a Brest, in ogni caso "non è certo il comportamento di un turista che viene a Crozon per una passeggiata e filma il tramonto con un drone". Sconfinamenti simili non si erano peraltro spinti mai così a ovest: in una Francia che pochi giorni fa ha visto il presidente della Repubblica annunciare da un'altra base, quella della Fanteria da Montagna nell'Isère, che dall'estate prossima in Francia entrerà in vigore un nuovo "Servizio nazionale" per rafforzare la capacità militare sul territorio. Candidature da gennaio 2026 per una leva volontaria: 50mila giovani entro il 2035 anche per affrontare minacce ibride. Ieri, in Germania, il Parlamento ha invece votato a favore di un disegno di legge: aumenterà gli effettivi dell'esercito da 184 mila a 260 mila. Non si tratta della reintroduzione della leva obbligatoria, sospesa nel 2011 e ventilata dal cancelliere Merz, ma volontaria almeno fino al 2027. Salvo crisi maggiori. Proprio come detto in Francia da Macron. E con visita medica di idoneità, a Berlino, per prestare servizio.