Diktat di Trump: "Cedi o è finita". E ora Zelensky apre a Budapest

Scritto il 20/10/2025
da Valeria Robecco

La lite e le mappe ucraine gettate Donald: "Accetta le condizioni russe o vi distruggeranno". Lui: pronto a vedere Putin, no a regali

Volodymyr Zelensky tiene il punto sulla cessione dei territori ucraini discussa nella telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin, ed esorta gli alleati a non compiacere la Russia. Ma il presidente degli Stati Uniti ripete che "non possiamo dare tutte le nostre armi all'Ucraina, semplicemente non possiamo farlo". "Sono stato molto buono con Zelensky, ma non posso mettere in pericolo l'America", afferma in un'intervista a Fox News, mentre emergono dettagli rilevanti sull'incontro di venerdì scorso con Zelensky. Secondo fonti ben informate del Financial Times, Trump ha insistito con il leader ucraino perché accetti le condizioni russe, spiegando che Putin lo ha avvisato di voler "distruggere" l'Ucraina in caso contrario. Secondo il Washington Post, il presidente americano ha gettato via le mappe del fronte e insistito perché Zelensky consegnasse il Donetsk, la strategica regione dell'est, come chiesto da Putin.

Il leader di Kiev, invece, al ritorno dalla visita alla Casa Bianca, dove sperava di ottenere l'invio dei missili Tomahawk, ripete che Putin "non può essere fermato con le parole: è necessaria la pressione. Il mondo vede che Mosca risponde con la forza, il che significa che la pace attraverso la forza può funzionare. L'Ucraina non concederà mai ai terroristi alcuna ricompensa per i loro crimini e contiamo sui nostri partner affinché mantengano questa posizione". Per Zelensky "sono necessari passi decisivi degli Usa, dell'Europa, dei paesi del G20 e del G7", perché "le vite devono essere protette".

Sabato il Washington Post ha rivelato che lo zar del Cremlino ha detto a Trump di volere che Kiev ceda il pieno controllo della regione del Donetsk come condizione per porre fine alla guerra, e lui risponde che "l'Ucraina non ha mai cercato la guerra" ma "è Mosca che ostacola continuamente questo processo, manipolando, prolungando i negoziati, terrorizzando il nostro popolo con attacchi aerei e lungo la linea del fronte". "La guerra continua solo perché la Russia non vuole che finisca", dice ancora, ricordando che solo questa settimana l'esercito di Putin ha utilizzato più di 3.270 droni d'attacco, 1.370 bombe aeree guidate e quasi 50 missili contro il suo Paese. Mentre il comandante in capo punta a una svolta sulla scia dell'accordo per Gaza ed è parso ottimista dopo la telefonata con lo zar, il presidente ucraino definisce "positivo che Trump non abbia detto no ai Tomahawk, ma ad oggi non ha detto sì". "Penso che Putin abbia paura che gli Usa ci forniscano i missili a lungo raggio. Credo abbia davvero paura che li useremo". A Nbc, alla domanda se il tycoon dovrebbe essere più duro con Putin dopo la mediazione su Gaza, Zelensky risponde: "Sì, e ancora di più perché Putin è qualcosa di simile, ma più forte di Hamas. È una guerra più grande, ed è il secondo esercito al mondo. Per questo serve più pressione".

Parlando di energia, invece, spiega che "non dovrebbe esserci alcuna fonte energetica russa in Europa. I segnali provenienti dall'America sono chiari: sono pronti a fornire tutto il gas e il petrolio necessari per sostituire le forniture di Mosca. La nostra regione dispone delle infrastrutture e del potenziale per contribuire in modo significativo all'indipendenza energetica dell'Europa". "Abbiamo avanzato proposte agli Stati Uniti sulle infrastrutture del gas, alla produzione di energia nucleare e a diversi altri progetti - conclude - Stiamo lavorando sui dettagli".