Riccardo, Nicola e Pietro: la passione per lo sport, i lavoretti e il violoncello

Scritto il 20/10/2025
da Antonio Borrelli

Inseparabili dai tempi dello Ski college. Il paese piange per "quei bravi ragazzi"

Condividevano i festeggiamenti per il compleanno, le mattine a scuola, ma anche le passioni: lo sci, le serate di svago.

E nella quotidianità di anni veloci e allo stesso tempo infiniti erano diventati amici. Geko, Nic e Pietro erano ragazzi normali, come tanti altri. Riccardo Gemo e Nicola Xausa erano nati a poche ore di distanza, uno il 7 ottobre e l'altro l'8 ottobre 2005. Entrambi cresciuti all'Istituto Follador-De Rossi di Agordo, in provincia di Belluno, dove avevano studiato per lavorare nel Turismo, vissuto nel convitto e gareggiato con i colori dello Ski College Veneto Falcade. Oltre la neve c'era anche altro: il violoncello per uno, i film per l'altro. Con loro, a scuola, ma all'Alberghiero, e in quella Peugeot 207 distrutta, c'era anche Mirko Bez, ora ricoverato a Bassano. Ha appena compiuto 21 anni e tutti insieme stavano tornando dalla sua festa di compleanno a Lavarone in provincia di Trento. È da poco diventato maestro di sci, come Gemo. E lo stesso Xausa stava affrontando il percorso di formazione, dopo numerosi intoppi dovuti a qualche infortunio di troppo negli ultimi anni. «Erano bravissimi ragazzi, come tanti altri, senza grilli per la testa se non quello di perseguire i loro sogni sportivi. Avevano fatto un percorso di studi normale, con tanto sacrificio ma anche tanta passione per il loro sport», li ricorda Luca Marchetto, presidente dello Ski College Veneto - Falcade. Sacrifici, passione e un mondo che è una seconda famiglia. Alla comitiva si era aggiunto poi anche Otto Pasini, il ferito meno grave, 21 anni. Sono ore di dolore e di incredulità nelle due comunità del Vicentino: Creazzo piange Gemo, mentre a Lusiana Conco al dolore per Xausa si aggiunge quello per Pietro Pisapia, la terza vittima dello schianto: il più grande dei tre, il 16 dicembre avrebbe compiuto 21 anni. Da tempo lavorava in una pizzeria del suo paese, dopo essersi diplomato all'Ipsia di Asiago dove aveva seguito l'indirizzo di meccanica. La sua passione per il mondo della ristorazione lo aveva portato anche a conseguire con un corso base l'attestato di barman e, racconta chi lo conosceva, sognava di crescere in quel settore. Era figlio di un'infermiera e di un farmacista dell'Ulss 7 Pedemontana, mentre Xausa era nipote di una dipendente amministrativa: «Per noi è un dramma nel dramma» confessa il direttore sanitario Antonio Di Caprio.

Riccardo nutriva invece il sogno di diventare fisioterapista e aveva appena sostenuto l'esame di ammissione. Era anche da poco diventato maestro di sci. «Un genitore non dovrebbe mai vivere questo. Per la data dei funerali saranno abbassate tutte le saracinesche dei negozi in segno di lutto cittadino», ha fatto sapere la sindaca di Creazzo Carmela Maresca. Così, con le bandiere a mezz'asta e un silenzio pesante nell'aria, quel giorno le comunità potranno dare l'ultimo saluto ai loro giovanissimi concittadini.